Progetto | #Andratuttobene

# A N D R A T U T T O B E N E

#andràtuttobene
Il Coronavirus visto dagli occhi dei bimbi veneti


La mostra è un momento significativo di riflessione su quanto è accaduto negli ultimi venti mesi. Una riflessione alla luce dei vissuti riversati dai bambini e dai ragazzi stessi nei loro disegni e nelle loro lettere.
La pandemia, infatti, ha fatto vivere a tutte le persone, senza differenza d’età e di condizione, una serie di emozioni, spesso molto diverse. In questo periodo la popolazione si è trovata ad affrontare una situazione paragonabile a quella di un fiume in piena, cercando di tenersi a galla nel miglior modo possibile e passarne indenne. 
Questa condizione eccezionale ha sicuramente avuto un impatto rilevante nei bambini, dai più piccoli ai più grandi. I bambini sono stati coinvolti nelle loro relazioni e nel loro contesto familiare nelle nuove situazioni che si sono create. Quasi per gioco è iniziata una fitta corrispondenza con i bambini del Veneto, corrispondenza fatta di disegni, di sculture, di forme artistiche, descrivendo ciò che provavano e vivevano in quei lunghi giorni.
La mostra, quindi, vuole essere un invito a rivivere, condividere e rielaborare emozioni vissute, viste attraverso gli occhi dei bambini. Vuole essere un momento in cui l’adulto possa riflettere su quanto ciascuno ha vissuto in questo periodo difficile. È l’occasione per fare tesoro di tutto quanto provato, un bagaglio prezioso per il futuro, per fare in modo di trovarci pronti a quella ripresa in cui abbiamo sempre creduto. Il senso di comunità e l’importanza di essere ognuno protagonista del proprio tempo, di poter attraverso i propri comportamenti e le proprie scelte fare qualcosa di buono non solo per se stessi ma per l’intera comunità è quanto i bambini hanno voluto dirci con i loro disegni.
Desidero ringraziare tutti i bimbi veneti che hanno voluto contribuire con i loro disegni a supportare quanti sono stati in prima linea nel combattere questa lunga battaglia. Una battaglia in cui loro stessi sono stati parte attiva, in lunghi giorni di didattica a distanza, nell’assenza di giochi all’aperto, nella rinuncia forzata all’incontro con i compagni e a quella rete di relazioni così importanti alla loro età. 
Auguro a tutti, ma soprattutto agli adulti, di visitare la mostra con gli occhi dei bambini per riscoprire la speranza in un futuro migliore.

Luca Zaia
Presidente della Regione del Veneto



La mostra come opportunità di Salute 


La mostra offre anche all’adulto l’occasione per prendere consapevolezza di quanto importanti siano alcuni comportamenti per la salute e il benessere dell’individuo, della comunità e dell’ambiente.
Durante il periodo di lockdown infatti si è ben compresa l’importanza di fare movimento, mangiare in modo sano, stare con gli altri, e quanto la loro mancanza abbia comportato conseguenze sia da un punto di vista fisico che psicologico. 
Per il benessere dei bambini, infatti, è fondamentale sviluppare le life skills, ovvero le abilità di vita. Sono quei fattori protettivi, che se acquisiti fin da piccoli aiutano gli individui a gestire le diverse situazioni di vita e che permettono anche di fare scelte di vita salutari per il proprio futuro. Sono importanti perché aiutano a relazionarsi meglio con gli altri, a comprendere appieno l’importanza di seguire alcune regole, a rispettare sé stessi, gli altri e l’ambiente in cui si vive. In un momento in cui i contesti che solitamente allenano i bambini in queste abilità, come la scuola, le attività sportive, parrocchiali, ecc., sono venuti meno, le dirette televisive quotidiane con il Presidente hanno permesso loro di attivare alcune di queste abilità: il pensiero creativo con i disegni e le lettere, la risoluzione di problemi immaginando come sconfiggere il virus, l’importanza delle relazioni con amici e familiari “quando il virus non ci sarà più, torneremo a giocare insieme”, il saper gestire le emozioni “sono triste, ma sono sicuro che andrà tutto bene”, il pensiero critico con la consapevolezza di quanto sia importante osservare le regole per non diffondere il contagio, questi sono solo alcuni esempi, che dimostrano quanto i bambini siano riusciti ad immagazzinare, a fare propri messaggi e comportamenti da attuare in questa emergenza. 
Le opere di questi bimbi dimostrano quanto essi stessi siano stati resilienti in una situazione così difficile e complicata e soprattutto che ognuno può contribuire al benessere non solo personale ma dell’intera comunità.

Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria

Regione del Veneto



Il mondo della scuola e la sua evoluzione nel contesto COVID-19


“#Andràtuttobene”: un nemico invisibile si è insinuato silenziosamente nelle nostre vite, sovvertendo ogni equilibrio, imponendo all’umanità una lotta senza quartiere, arrecando dolore e sofferenza nell’animo di ciascuno, per paura dell’ignoto. È solo attraverso la comprensione e la conoscenza della vera natura del pericolo che, progressivamente, diventiamo capaci di reagire ed iniziamo a proteggere noi stessi e gli altri.
Di fronte a questa disperata fragilità sono emerse la tenacia, la speranza, la fiducia nel futuro dei nostri ragazzi, uomini e donne di domani, determinati e coraggiosi, solidali con gli adulti che hanno scelto come guida e punto di riferimento, rappresentando, più e più volte, con la forza dell’espressione grafica, pittorica e artistica, che: “andrà tutto bene” … 
Per gli alunni delle scuole dell’infanzia e delle primarie, la mostra, anche a carattere interattivo, si pone come momento di riflessione su quanto è accaduto, alla luce dei vissuti proiettati dai bambini e dai ragazzi stessi nei loro disegni e nelle loro lettere: il messaggio di rinascita colto nella natura, nello scorrere del tempo e delle stagioni, il senso di cittadinanza, di appartenenza ad una comunità e la volontà di dare il proprio contributo qualunque esso sia, per aiutare questa grande famiglia in difficoltà.
La visita per le classi può costituire un’importante occasione per richiamare gli obiettivi enunciati nelle Linee guida ministeriali per l’educazione civica, in particolare: la salvaguardia di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute ed il benessere psicofisico.

Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto



Il mondo immaginario dei bambini 
Disegni al tempo del Coronavirus -19


Nata in modo spontaneo nel periodo di confinamento, è questa la raccolta di disegni che i bambini hanno inviato al loro presidente Zaia. La pandemia, un accadimento impensabile che è entrato nelle nostre vite con l’impeto di un ciclone e classificato come traumatismo collettivo, ha generato nei bambini una reazione emotiva alla quale hanno essi saputo rispondere con un meccanismo di rielaborazione proprio della loro età: il disegno e la parola. 
Una rielaborazione taumaturgica, catartica che ha permesso loro di sentirsi protagonisti, parte attiva di una comunità, di dare voce ad un innato senso di solidarietà, anche attraverso la condivisione di valori avvertiti intuitivamente come fondanti rispetto alla collettività di appartenenza. Ecco che, in breve tempo, la loro natura spontanea e generosa ha dato dei frutti spettacolari. Emozioni liriche, poetiche, attinte ad un pensiero magico, tipico dell’infanzia e trasferite sul foglio con l’intensità e la grazia e la spontaneità di un mondo puro e incantato. Tanti i temi che emergono. 
Dalla rappresentazione del Coronavirus, quasi tenuto a bada dal perimetro circoscritto di un foglio al tema della casa, quale guscio protettivo. Dalla scuola, sede di rimpianto alle immagini dei pulcini, con un immediato processo di identificazione del sé. Dalla natura, ammirata, riscoperta, coltivata assieme agli adulti o utilizzata come spazio di sfogo e di gioco, alla rappresentazione del loro Presidente.  Dai disegni e dalle lettere raccolti emerge il ruolo fondamentale che il presidente Zaia ha ricoperto. Una figura di grande valore simbolico e protettivo a cui i bambini delle varie fasce d’età hanno fatto riferimento costante.  Una figura paterna, divenuta familiare e che quotidianamente dagli schermi televisivi ha accompagnato le giornate di tutta la famiglia. Soprattutto necessaria nel bisogno espresso dai bambini di divenire soggetto e oggetto di cura. 
Queste parole e questi disegni sono dei chiari messaggi a riprova della potenzialità inventiva dei nostri bambini veneti.
Sono anche la fotografia storica di un momento eccezionale al quale ogni bambino ha partecipato. Un contributo importante dato alla comunità

Donatella Caprioglio

Psicologa e psicoterapeuta



Le fotografie esposte nella mostra


“Negli occhi di...” non è un progetto fotografico, ma un vero e proprio percorso all’interno della struttura sanitaria Veneta.
Il pensiero nasce in un momento in cui ero chiuso in casa come tutti quanti e con le mani in mano non riuscivo a stare, il sentirsi inutili ed inermi non aiutava; nel lungo tempo libero rivedendo le immagini della Grande Guerra capii che si poteva documentare ciò che stava accadendo, non con gli occhi di un reporter (che non sono), ma documentare gli occhi e con gli occhi di chi era in prima linea in questa “Nuova Grande Guerra Mondiale”, la Pandemia Covid19.
Immaginai dunque gli occhi sotto le mascherine e pensai che fossero l’unico mezzo di un linguaggio non verbale che poteva far trapelare emozioni come l’ansia, la paura, la stanchezza di persone che non potevano permettersi di riposare altrimenti qualcuno avrebbe potuto perdere la vita, e perché no, fare trapelare anche emozioni positive, la speranza in primis.
Così inizia questo cammino durato tre mesi circa, all’interno di corridoi vuoti ad incontrare loro, quelli in prima linea, quelli che come la chiamo io “la bestia” l’hanno vista nei loro occhi, dunque le persone nei diversi reparti, nelle terapie intensive, a casa di malati con gli USCA, in amministrazione, che doveva fare miracoli con la logistica, e tutti quelli che dovevano prendere decisioni urgenti.
Chi ho trovato in questo mio cammino? Ho trovato persone VIVE, che con devozione hanno dato loro stessi alla causa, dinanzi a me ed alla mia fotocamera, sono passate persone vere e unite nel bisogno, lo leggevi nei loro occhi e lo sentivi dalla loro voce, persone non solo operatori più o meno titolati, persone non solo dottori, persone non solo professori, persone non solo volontari; ho avuto la fortuna di averli di fronte e rubare loro un centoventicinquesimo di secondo per mostrarvi coloro che non si vedono abitualmente, quelli in prima linea e quelli dietro le quinte.
In ognuno di loro ho visto emozioni diverse e stati d’animo opposti, ma la paura più grande era che tutta quella comunione di intenti, un’unità fatta di tutti loro, alla fine di questa pandemia si disgregasse e non si fosse imparato nulla e che tutto potesse tornare come prima, perché non tutto il prima era giusto.
Da tutte le persone che ho incontrato, mi sono portato a casa il dono della speranza, che a mia volta voglio donare a tutte le persone della Sanità Veneta.

Marco Milillo

Fotografo